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lunedì 31 ottobre 2011

Seminario "PER UNA GESTIONE PUBBLICA E PARTECIPATA DELL'ACQUA"


L'Azienda speciale consortile "Acqua Bene Comune" del comune di Napoli da mercoledi 26 ottobre è ufficialmente un ente di diritto pubblico.
E' la prima attuazione della volontà popolare espressa con il referedum del 12 giugno, il primo passo storico verso la ripubblicizzazione dei servizi idrici integrati del nostro Paese.
Sabato 5 novembre alle ore 14,30, presso la Circoscrizione II di Ancona in via Scrima 19, l'avv.Longhi, consulente legale dell'assessore ai Beni Comuni di Napoli Alberto Lucarelli, terrà un seminario. Spiegherà tutti gli aspetti legali che hanno permesso la ripubblicizzazione del servizio idrico napoletano ovvero il passaggio da ente di diritto privato ad ente pubblico, lo statuto ed il funzionamento.

IL MIRACOLO DELL'ACQUA PARTENOPEA
di Antonio Musella

Ci sono dei giorni in cui ritrovi il senso di ciò che si fa. Ritrovi le risposte ai perché di tante contraddizioni, di sacrifici, della passione messa nelle lotte. Il 26 ottobre scorso il Consiglio Comunale di Napoli ha approvato la trasformazione dell'azienda delle risorse idriche la ARIN s.p.a. nella A.B.C. Acqua Bene Comune, la prima azienda speciale in Italia completamente di diritto pubblico nell'era post referendum che si occuperà della gestione delle risorse idriche a Napoli.In tanti, nonostante la pioggia, abbiamo assistito a 6 ore di consiglio comunale, tra interventi, emendamenti e mozioni, per poter festeggiare Napoli come la capitale dell'acqua bene comune.Tra gli spettatori bagnati anche Alex Zanotelli con un buffo cappello a forma di rubinetto, e poi gli attivisti della Rete Commons, quelli del Comitato Acqua Napoli, Marco Bersani del Forum Acqua Nazionale. Dall'altro lato dei banchi il sindaco De Magistris che con questa delibera realizza un punto del suo programma elettorale. Un punto di programma che insieme al piano alternativo dei rifiuti era stato discusso e concordato con i movimenti cittadini. Movimenti che trovano rappresentanza anche tra i banchi. C'è l'assessore ai beni comuni Alberto Lucarelli, che aveva già redatto con Navarra e Mattei i referendum sull'acqua e che oggi mette la firma sulla delibera che dà vita all'azienda speciale Abc. C'e Pietro Rinaldi, consigliere comunale, che legge in aula il volantino della Rete Commons. La Abc è un'azienda speciale il cui statuto, approvato nella stessa seduta di consiglio comunale, diventerà senza dubbio un punto di riferimento nel paese. Tra le peculiarità della Abc c'è innanzitutto un Cda che dovrà vedere la partecipazione di due rappresentanti delle associazioni ambientaliste ed un comitato di sorveglianza e controllo esterno alla azienda in cui ci saranno gli esponenti dei comitati che si sono battuti per la ripubblicizzazione dell'acqua, che hanno animato i referendum, insieme a 5 consiglieri comunali. Un comitato che avrà funzioni di controllo ed indirizzo su questioni come le tariffe e la qualità della risorsa. Lo statuto prevede un minimo vitale garantito giornaliero gratuito a tutti e tutte e che il piano programmato dell'azienda debba essere discusso prima con i cittadini, in maniera orizzontale e poi presentato in consiglio comunale.La Abc prevede anche il Bilancio ecologico, ovvero un piano che valuti l'impatto ambientale delle opere e delle infrastrutture della rete. Inoltre, la Abc vincola gli utili al reinvestimento per potenziare la rete idrica, oltre a prevedere la partecipazione al Fondo di solidarietà internazionale da destinare a progetti di sostegno all'accesso all'acqua, gestiti attraverso forme di cooperazione decentrata e partecipata dalle comunità locali dei paesi di destinazione senza alcuna finalità lucrativa o interesse privatistico.Napoli dunque diventa la capitale dell'acqua bene comune. Gli applausi e la soddisfazione nel volto degli attivisti dopo il consiglio comunale fanno il paio con quella di Alberto Lucarelli che ha voluto fortemente questa delibera, approvata solo dopo quattro mesi dall'insediamento della giunta comunale.Prima di arrivare alla formazione della Abc è stato avviato un processo di studio con il supporto dei principali giuristi della materia, oltre ad un confronto serrato ed approfondito con i comitati territoriali che hanno animato la campagna referendaria. Un metodo, quello che si sta provando a costruire a Napoli, che ci racconta come il governo dal basso dei beni comuni sia non solo un orizzonte di prospettiva ma anche e soprattutto qualcosa che si può cominciare a praticare in quei territori dove la costruzione di alternativa irrompe al centro dell'agenda politica. Per fare questo c'è bisogno di due fattori fondamentali. Da un lato la maturità e la capacità dei movimenti di cimentarsi in forme di sperimentazione dell'esercizio del governo dal basso, dall'altro un'interlocuzione politica disposta a cedere quote di sovranità. Un tema questo che ci riporta all'altro grande progetto che si sta provando a costruire a Napoli tra movimenti ed istituzioni: le consulte della democrazia partecipata.Un progetto nato sempre da Alberto Lucarelli che ha visto già dei primi passi importanti nelle assemblee del popolo convocate in estate. Un'architettura che è stata indicata grazie al contributo di tantissime realtà, associazioni, reti, comitati, singoli cittadini che hanno dato vita ad una bozza di regolamento che prevede la costituzione di 14 consulte da cui si dirameranno i tavoli di lavoro che presenteranno le proprie proposte deliberative alla giunta. Una delibera che tra poco dovrà essere oggetto di discussione in giunta comunale per poi arrivare all'approvazione del consiglio. Un processo che vede nell'orizzontalità una caratteristica peculiare nella costruzione del quadro normativo. Praticare l'alternativa significa provare a fare questo. È evidente che solo con dei movimenti forti, radicati e radicali, che non abdichino mai alla propria autonomia ed al conflitto sociale è possibile costruire esperienze di questo tipo.Abc... è solo l'inizio di un alfabeto tutto da scrivere.

Fonte Micromega
28 ottobre 2011

giovedì 27 ottobre 2011

Napoli - Il Comitato Acqua Pubblica sulla trasformazione dell'ARIN

Mercoledi 26 ottobre si riunisce il Consiglio Comunale per votare la delibera di giunta del 23 settembre per l'istituzione dell'azienda speciale Acqua Bene Comune Napoli.

Finalmente dopo 7 anni di mobilitazione di contrasto alle politiche di privatizzazione del SII nell'Ambito territoriale ottimale Napoli-Caserta (ATO2) e grazie alla vittoria nei referendum dei 12 e 13 giugno scorsi arriviamo a poter salutare la trasformazione dell'ARIN Spa (società per azioni) in ABC Napoli, azienda speciale senza scopo di lucro e sottoposta alla pratica delle gestione dell'acqua quale Bene Comune.

Arriviamo alla data del 26 ottobre, partendo dal 2004 quando i comitati per l'acqua pubblica di Napoli iniziarono una dura battaglia per evitare che l'acqua di circa 3 milioni di cittadini finisse nelle mani delle multinazionali.

Napoli è il primo esempio in Italia, a pochi mesi dal referendum, di riconversione da Spa in Azienda Speciale, esempio che speriamo sia seguito da altre amministrazioni.

Siamo però preoccupati per le sorti dei lavoratori e lavoratrici delle aziende controllate da ARIN e chiediamo all'amministrazione di chiarire la posizione che assumerà nei confronti di dette aziende, evitando in particolare che nel processo di trasformazione avvenga una dismissione delle attività attualmente in capo ad altre aziende ma inserite a pieno titolo nel sistema idrico integrato, come nel caso della Net Service Spa minacciata di cessione ad altro gruppo industriale.

Per i cittadini napoletani ed i comitati che hanno promosso i referendum è solo l'inizio, la sfida sarà nel garantire reale e sostanziale partecipazione nella gestione del Servizio Idrico Integrato da parte della comunità di cittadini e lavoratori.

Con la volontà dei 27 milioni di italiani che il 12 e 13 giugno hanno espresso il 95% dei Sì contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali (acqua, trasporti e rifiuti) e contro i profitti sull'acqua, continueremo a costruire reti con altri soggetti che si oppongono alle politiche neo liberiste che hanno prodotto l'attuale crisi economica.

E' solo l'inizio, i comitati continueranno a vigilare per la piena applicazione della volontà popolare.

Comitato Acqua Pubblica Napoli

martedì 25 ottobre 2011

Appunti per la Campagna Tariffaria

Entro novembre partirà la Campagna Tariffaria, affinchè la volontà espressa dai 27 milioni di Italiani sulla cancellazione del 7% di remunerazione del capitale investito non continui a rimanere violata. Prima di immergerci in questa nuova battaglia, è opportuno avere le idee chiare di cosa stiamo discutendo. Nessuno ci dirà nulla, bisognerà autoformarsi come sempre abbiamo fatto.
Come si calcola la remunerazione del capitale?
Quale tariffa viene applicata nei diversi territori?
Quali sono i costi operativi?
Cos'è il Piano d'Ambito?
Cos'è il parametro Mall?
A queste fatidiche domande troverete le risposte nel documento sottostante.

scheda severo

lunedì 24 ottobre 2011

Theoria sine praxis, rota sine axis, praxis sine theoria, cecum in via.

Una teoria senza la pratica è come una ruota senza asse, la pratica senza teoria, brancola nel buio.

Ugo Mattei, oltre ad essere Giurista e docente di Diritto Civile, è l'autore degli articoli abrogativi sui quali 27 milioni di italiani hanno messo la croce per il SI.
La passata campagna referendaria ha visto entrare nella scena politica un nuova proposta di gestione dei beni primari che supera quelli speculativi privati e fallimentari pubblici: il comune.
Nei video sottostanti il professor U.Mattei, ospite al Teatro Valle Occupato di Roma, dentro l'analisi della situazione politica e culturale attuale, ne espone alcuni principi. Consigliamo vivamente la visione.



domenica 23 ottobre 2011

Oltre gli scontri di Roma. Riflessioni sulla manifestazione del 15 ottobre

Come Comitato Acqua Bene Comune Senigallia e Coordinamento Marchigiano dei Movimenti per l'Acqua ci sentiamo in dovere di prendere parola sugli eventi legati alla grande mobilitazione che si è svolta a Roma sabato 15 ottobre. Ci sentiamo in dovere perché, anche in quella data, eravamo numerosi e perché quel corteo lo apriva proprio il Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua con uno striscione che diceva: "27 milioni di persone hanno deciso: si scrive acqua si legge democrazia. Indietro non si torna!"
Abbiamo partecipato ad una giornata di rabbia e indignazione contro l’austerity e le scelte economiche di questo periodo di crisi; una crisi che, sosteniamo da tempo, è anche politica e della democrazia.
Abbiamo partecipato perché l’espressione di 27 milioni di cittadini e cittadine è messa a repentaglio dalle scelte di questo governo e dal silenzio dell’opposizione. Abbiamo partecipato perché siamo i custodi di un voto referendario che è in pericolo a causa delle politiche delle banche europee e della finanza, dei politici e amministratori di turno.
Se questo risultato è stato ottenuto, ma soprattutto se questo risultato viene difeso con i denti, contestando in tutta Italia ogni iniziativa menzognera e moderatrice da parte di chi non vuole ripubblicizzare i servizi idrici, è grazie ad una trasversale alleanza tra associazioni, precari, studenti, lavoratori, cassaintegrati, centri sociali, collettivi e chiunque abbia visto in quel voto referendario la possibilità di riprendere parola al di fuori della classica e obsoleta rappresentanza politica.
Questo movimento nasce dalla stessa espressione che si è data sabato 15 ottobre in piazza, con migliaia di persone che, molte per la prima volta, sono scese in piazza per protestare.
Qualcuno si sta svegliando in questo paese, qualcuno è stanco di sentirsi sopraffatto e spremuto da un sistema che non sta più in piedi e che sicuramente non risolverà una crisi con gli stessi mezzi con cui l’ha creata.
Per molto tempo questo è mancato in Italia ed ora che riemerge, vediamo ricomparire diatribe su violenza e non violenza, di inviti alla delazione e alla disgregazione di questo nuovo fantastico movimento... forse è proprio vero quello che si sentiva urlare durante il corteo di Roma: "Tutti insieme facciamo paura!" e forse proprio per questo l’attenzione dei media va in tutt’altra direzione, oscurando il fatto che quelle azioni erano rivolte, in primo luogo, contro un corteo di persone che non si rassegnano e che hanno scelto proprie modalità per manifestare.
Infine apprendiamo in questi giorni di divieti a manifestare, di legge Reale e quant’altro. Noi non li accetteremo e quando sarà giusto e opportuno torneremo in piazza a difendere l’acqua e i beni comuni.
Chiudiamo dicendo che non sono accettabili le perquisizioni avvenute lunedì e martedì ad alcuni ragazzi dei centri sociali marchigiani, conosciamo quei ragazzi ed è anche grazie a loro che le nostre città hanno raccolto un numero straordinario di voti al referendum e per questo diamo la nostra massima solidarietà.

Comitato Acqua Bene Comune Senigallia
COordinamento Marchigiano Movimenti per l'Acqua

venerdì 14 ottobre 2011

15 ottobre 2011:TUTTI A ROMA!

A tutto il popolo dell'acqua.
Condividiamo con tutti/e la scelta di partecipare alla giornata di mobilitazione internazionale del 15 ottobre.
In quella giornata in molte parti del globo si manifesterà contro l'austerity e le scelte economiche in questo periodo di crisi; una crisi che, sosteniamo da tempo, è anche politica e della democrazia.

Per questo motivo scegliamo di portare in piazza le nostre esperienze e lotte. Perchè l'espressione di 27 milioni di cittadini e cittadine è messo a repentaglio dalle scelte di questo governo e dal silenzio dell'opposizione; perchè, con il referendum, abbiamo detto che i beni comuni vanno sottratti al mercato; perchè abbiamo affermato la supremazia delle nostre vite sopra gli interessi finanziari e i profitti delle aziende.

Scegliamo di essere, dunque, a Roma nella parte di apertura del corteo con uno striscione che dice:
27 milioni di persone hanno deciso: si scrive acqua si legge democrazia.
Indietro non si torna!

Appuntamento sabato 15 ottobre, ore 13, a piazza dei cinquecento di fronte a palazzo Massimo.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Da Senigallia partiamo con i pullman organizzati da UNITI CONTRO LA CRISI. Per prenotarsi telefonare al numero 333.1295984. Il costo del viaggio è di 15 euro con partenza ore 8 davanti la stazione ferroviaria.

domenica 2 ottobre 2011

Napoli e Puglia, due percorsi da accomunare

di Alberto Lucarelli

In questo momento di "rivoluzione dei beni comuni" e di inversione di rotta, anche al fine di costituire un fronte comune delle realtà regionali e locali, mi piace ricordare il disegno di legge regionale della Regione Puglia di ripubblicizzazione dell'Aqp spa elaborato e approvato dal tavolo tecnico, che ho avuto l'onore di coordinare, nell'ottobre-dicembre 2009. Tale testo, come è noto, ha rappresentato nel panorama nazionale, ancor prima di Napoli, una straordinaria novità dal punto di vista politico-istituzionale e giuridico. Il processo di formazione del testo si è sviluppato con metodo democratico dal basso con una componente del tavolo designata direttamente dal movimento per l'acqua. Un processo normativo sviluppatosi durante il processo di approvazione del decreto Ronchi, quindi in piena furia privatizzatrice. Ciò nonostante il tavolo tecnico, con costruzioni giuridiche elaborate, sofisticate, ma anche coraggiose ha consegnato al governo pugliese, nel dicembre 2009, un testo che sostanzialmente si fondava sui seguenti punti che in parte hanno anche ispirato il lavoro di Napoli: l'acqua è un bene comune, di proprietà collettiva, essenziale e insostituibile per la vita; il servizio idrico è un servizio pubblico locale di interesse generale, privo di rilevanza economica e sottratto alla regola della concorrenza; la gestione del servizio idrico integrato pugliese è affidato esclusivamente ad un'azienda pubblica regionale di diritto pubblico senza finalità di lucro; la previsione della garanzia del minimo vitale e l'istituzione di un fondo regionale per il diritto all'acqua; l'istituzione del fondo regionale di solidarietà internazionale; la governance dell'azienda è assicurata attraverso un consiglio d'amministrazione composto da cinque membri rappresentativi dei comuni affiancato da un consiglio di sorveglianza con poteri di controllo basato su modalità di rappresentanza dei lavoratori, delle associazioni ambientaliste, dei consumatori, dei sindacati e dei rappresentanti dei comuni e dei comitati cittadini su base provinciale; al quale si affiancava anche la previsione di meccanismi procedurali e la predisposizione di mezzi finalizzati al coinvolgimento e alla partecipazione dei lavoratori, e su base territoriale della cittadinanza, rispetto alle decisioni inerenti gli atti fondamentali di pianificazione, programmazione e gestione.
Questo testo, particolarmente innovativo, durante il percorso legislativo, non influenzato per motivi temporali dall'esito referendario, subiva talune modifiche che ne mutavano in parte il suo spirito e la sua portata. Il testo riformulato e approvato in sede di consiglio regionale il 14 giugno 2011, forse ancora troppo influenzato dalla superata sentenza n. 325 del 2010 della Corte costituzionale, non afferma più che il servizio idrico sia un servizio di interesse generale privo di rilevanza economica e sottratto alla regola della concorrenza. Come è noto, si tratta di affermazioni non soltanto simboliche ma dense di contenuti in relazione proprio alla natura del servizio svolto dal soggetto gestore.
Va inoltre evidenziato che lo stesso principio della garanzia del diritto al minimo vitale si comprime laddove lo si vincola al 18% per cento degli avanzi netti di gestione, disposizione, non in armonia con i principi di contabilità pubblica. Non può non rilevarsi anche la disposizione dell'affidamento a società miste di attività diverse dal servizio idrico integrato ma da "esso rivenienti" (senza, peraltro, ulteriore specificazione che ne chiarisca l'oggetto), eliminando la possibilità di affidamento a consorzi pubblici (come previsto, invece, nel testo originale). Inoltre, viene meno proprio quel concetto di governance partecipata del gestore laddove l'azienda pubblica regionale è governata da un amministratore unico svincolato sia dal territorio che dalle istanze partecipative dal basso, in contrasto con i principi in tema di governo e gestione dei beni comuni.
Io credo che i percorsi di Napoli e della Puglia, pur nelle oggettive differenze, vadano, per quanto possibile, ricondotti ad unità. Sarebbe importante se dalla Puglia, prima paladina dell'acqua pubblica in Italia, arrivasse un ulteriore segnale di sostegno alla volontà degli oltre 27 milioni di italiani che hanno votato per il referendum, ad esempio, riproponendo i contenuti della legge elaborati dal tavolo tecnico. Dopo Napoli, ciò sarebbe colto come un altro grande atto rivoluzionario.

Fonte
Il Manifesto 1 ottobre 2011