Sabato 26 maggio, ore 17, Piazza Roma
Domenica 27 maggio, ore 17, davanti alla Rotonda
Giovedì 31 maggio, ore 9.30, Piazza Roma
Domenica 3 giugno, ore 17, davanti alla Rotonda
La legge n. 36/1994, nota come“LeggeGalli”, che disciplina la gestione del
Servizio Idrico Integrato, permette di potere scegliere quattro tipi di forme
ovvero in house a capitale completamente pubblico, partnership pubblica privata,
completamente privata o con aziende speciali. Nelle forme in cui sono presenti
capitali privati questi, non possono superare il 40% del capitale totale.
Grazie all'esito positivo del primo quesito referendario, il decreto Ronchi,
che permetteva di superare questa soglia limite, è stato abrogato. Per legge
ogni amministrazione locale può quindi scegliere, secondo la propria volontà
politica uno dei modelli di gestione sopraindicati.
Il primo quesito da anche una chiara indicazione ovvero che il popolo italiano
rifiuta il modello di gestione di un bene primario come l'acqua in termini
privatistici, di profitto legate alle cieche leggi di mercato. Poteri forti
legati ai maggiori partiti si ostinano a non riconoscerne i risultati e provano
continuamente a elaborare e presentare nuove normative per consegnare
definitivamente la gestione dell’acqua agli interessi dei privati, in
particolare costruendo un nuovo sistema tariffario che continua a garantire i
profitti ai gestori.
Benché la facoltà di sottrarre un bene primario come l'acqua dai profitti e
trarre i finanziamenti necessari per lo sviluppo del sistema idrico dalla
fiscalità generale sia semplicemente una questione legata alla volontà
politica, con responsabilità sia territoriali sia nazionali, la remunerazione
del capitale investito ovvero quella voce della bolletta che garantisce i
profitti, abrogata con il referendum, va applicato e basta. Senza se e senza
ma. L'ha deciso il popolo e la volontà popolare è legge a tutti gli effetti dal
19 luglio 2012. Non rispettarla costituisce un grave precedente, mette seriamente a rischio
l'esercizio della democrazia in questo travagliato Paese.
In sede di Commissione è stato riportato da più soggetti che la
remunerazione del capitale viene utilizzata nei costi di gestione del S.I.I.
della Mutiservizi S.p.A.. In Ancona invece i profitti della remunerazione del
capitale rientrano nel bilancio dell’amministrazione. E’ sconcertante che due
amministrazioni diano una risposta diversa sulla gestione dei capitali
pubblici, se queste dichiarazioni fossero reali significherebbe che i costi di
manutenzione del servizio idrico li pagano soltanto i contribuenti
senigalliesi! Se il bilancio della Multiservizi S.p.A., includente tutte le
voci in entrata e uscita compresi i costi dellla gestione amministrativa, fosse
trasparente non ci troveremmo di fronte a questi imbarazzanti qui pro quo.
Nonostante ci siamo impegnati per conoscere quale
sia il destino dei profitti della Multiservizi S.p.A. e rendere trasparente il
suo bilancio, resta comunque il fatto che per legge il costo delle
manutenzioni è compreso già nella tariffa e la remunerazione del capitale
investito è illegale.
Per questo motivo stiamo portando avanti la
“Campagna di Obbedienza Civile” come Comitato affinché venga ripristinata la
democrazia e invitiamo la cittadinanza Senigalliese a firmare la lettera di
reclamo.
Abbiamo votato SI 27 milioni di volte. Facciamoci
rispettare!
Comitato Acqua Bene Comune Senigallia
Nessun commento:
Posta un commento