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venerdì 12 ottobre 2012

Il Sindaco Mangialardi e il referendum: un altro vorrei ma non posso

Troviamo piuttosto bizzarra la posizione assunta dal sindaco Mangialardi espressa nell’articolo del settembre sui giornali on-line, ove il riferimento è alle scelte che l’AEEG (Autorità per l’Energia e il Gas) è chiamata a compiere in materia di ridefinizione della tariffa dell’acqua.
Non possiamo che concordare con il sindaco Mangialardi quando sostiene che la AEEG sta tentando di far rientrare dalla finestra ciò che 27 milioni di cittadini, con il loro voto, hanno buttato fuori dalla porta, ossia la componente, nella tariffa dell’acqua, della remunerazione del capitale investito, detto in altri termini: il profitto.
Nelle audizioni avute con l’AEEG, come Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, abbiamo rimarcato la nostra contrarietà e stiamo costruendo azioni di contrasto a quella impostazione.
A fronte di tale consonanza di vedute è lecito chiedersi cosa ci sia di bizzarro nella posizione del sindaco Mangialardi. E’ presto detto.



Mangialardi, in quanto sindaco, in quanto socio di Multiservizi e dell’AATO 2, è chiamato a decidere e non c’è nulla che gli impedisce di decidere, insieme agli altri sindaci, soci di  etc.. etc.., l’eliminazione dalla tariffa dell’acqua della quota riferita alla remunerazione del capitale investito.
Non c’è nulla che ha impedito e impedisce al sindaco Mangialardi di porre all’ordine del giorno dell’assemblea sei soci di Multiservizi e dell’AATO2 il tema dell’attuazione della volontà popolare espressa con i referendum dell’11 e 12 giugno 2011, se non la distanza tra ciò che dice, o scrive, e ciò che concretamente fa.
E lo scarto tra ciò che dice e fa è talmente evidente che  il 29 dicembre 2011, ossia dopo sei mesi dal voto referendario, ha votato un aumento del 6,50% della bolletta dell’acqua, per il 2012. Immaginiamo che all’epoca, e a tutt’oggi, gli sia sfuggito il fatto che la Corte Costituzionale abbia dichiarato “immediatamente applicabile”  l’esito referendario.
Ma visto che scrive “ora prendo finalmente atto con soddisfazione che il legislatore nazionale ha finalmente individuato un organismo – l’AEEG….” forse  è semplicemente un po’ distratto, considerato che all’AEEG sono state affidate le competenze in materia di ridefinizione della tariffa idrica nel dicembre del 2011 e si è concretamente attivata dal gennaio del corrente anno, ed è così attiva da essere nella seconda fase di consultazione/audizione con i soggetti interessati: Forum dei Movimenti per l’Acqua, Associazione dei consumatori, gestori, ANCI… ed in procinto di definire il nuovo sistema tariffario,  con i limiti evidenziati anche dal sindaco  Mangialardi.

Ma c’è una ulteriore questione che al sindaco Mangialardi è sfuggita ed è contenuta nel secondo documento  per la consultazione dell’AEEG del 12 luglio 2012, al punto 3 (criteri generali – ambito di applicazione).
Al punto 3.5 viene affermato, infatti, “Nel caso di specie, la necessità,……. di espungere dalla tariffa la parte “adeguata remunerazione del capitale investito”, a partire dal 21 luglio 2011, discende direttamente dal referendum abrogativo, ovvero da un atto avente forza di legge…”.

Ed ancora al punto 3.8 con il quale  chiarisce che “……all’intervento dell’Autorità (AEEG) sul punto deve dunque essere riconosciuta portata meramente ricognitiva……..,in quanto l’obbligo imposto ai gestori di conguagliare verso gli utenti le somme  eventualmente percepite indebitamente, a titolo di remunerazione del capitale investito, sarebbe non già conseguenza di una innovazione introdotta dall’Autorità nel metodo tariffario, bensì del suddetto adeguamento automatico delle clausole contrattuali all’esito del referendum”.
In sintesi appare evidente che  l’AEEG, che pure sta costruendo un sistema tariffario finalizzato a ripristinare il profitto sotto mentite spoglie,  qualifica come somme indebitamente percepite quelle derivanti dal mancato adeguamento automatico delle tariffe all’esito referendario a far data dal 21 luglio 2011.
Ed il fatto che la stessa AEEG preveda, con una vergognosa forzatura, che il nuovo sistema tariffario – non ancora definito -  trovi applicazione retroattiva, ossia  dal 1 gennaio 2012, produce unicamente che, comunque, per il periodo 21 luglio – 31 dicembre 2011, ai cittadini va restituito quanto, appunto, indebitamente percepito.

Se, come dice e scrive, il sindaco Mangialardi intende rispettare e far rispettare l’esito del referendum popolare non deve far altro che iniziare da qui.
 
Comitato Acqua Bene Comune Senigallia

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