Troviamo piuttosto
bizzarra la posizione assunta dal sindaco Mangialardi espressa
nell’articolo del settembre sui giornali on-line,
ove il riferimento è alle scelte che l’AEEG (Autorità per l’Energia e
il Gas) è chiamata a compiere in materia di ridefinizione della tariffa
dell’acqua.
Non possiamo che concordare con il sindaco Mangialardi quando sostiene
che la AEEG sta tentando di far rientrare dalla finestra ciò che 27
milioni di cittadini, con il loro voto, hanno buttato fuori dalla porta,
ossia la componente, nella tariffa dell’acqua, della remunerazione del
capitale investito, detto in altri termini: il profitto.
Nelle audizioni avute con l’AEEG, come Forum Italiano dei Movimenti per
l’Acqua, abbiamo rimarcato la nostra contrarietà e stiamo costruendo
azioni di contrasto a quella impostazione.
A fronte di tale consonanza di vedute è lecito chiedersi cosa ci sia di
bizzarro nella posizione del sindaco Mangialardi. E’ presto detto.
Mangialardi, in quanto sindaco, in quanto socio di Multiservizi e
dell’AATO 2, è chiamato a decidere e non c’è nulla che gli impedisce di
decidere, insieme agli altri sindaci, soci di etc.. etc..,
l’eliminazione dalla tariffa dell’acqua della quota riferita alla
remunerazione del capitale investito.
Non c’è nulla che ha impedito e impedisce al sindaco Mangialardi di
porre all’ordine del giorno dell’assemblea sei soci di Multiservizi e
dell’AATO2 il tema dell’attuazione della volontà popolare espressa con i
referendum dell’11 e 12 giugno 2011, se non la distanza tra ciò che
dice, o scrive, e ciò che concretamente fa.
E lo scarto tra ciò che dice e fa è talmente evidente che il 29
dicembre 2011, ossia dopo sei mesi dal voto referendario, ha votato un
aumento del 6,50% della bolletta dell’acqua, per il 2012. Immaginiamo
che all’epoca, e a tutt’oggi, gli sia sfuggito il fatto che la Corte
Costituzionale abbia dichiarato “immediatamente applicabile” l’esito
referendario.
Ma visto che scrive “ora prendo finalmente atto con soddisfazione che
il legislatore nazionale ha finalmente individuato un organismo –
l’AEEG….” forse è semplicemente un po’ distratto, considerato che
all’AEEG sono state affidate le competenze in materia di ridefinizione
della tariffa idrica nel dicembre del 2011 e si è concretamente attivata
dal gennaio del corrente anno, ed è così attiva da essere nella seconda
fase di consultazione/audizione con i soggetti interessati: Forum dei
Movimenti per l’Acqua, Associazione dei consumatori, gestori, ANCI… ed
in procinto di definire il nuovo sistema tariffario, con i limiti
evidenziati anche dal sindaco Mangialardi.
Ma c’è una ulteriore questione che al sindaco Mangialardi è sfuggita ed
è contenuta nel secondo documento per la consultazione dell’AEEG del
12 luglio 2012, al punto 3 (criteri generali – ambito di applicazione).
Al punto 3.5 viene affermato, infatti, “Nel caso di specie, la
necessità,……. di espungere dalla tariffa la parte “adeguata
remunerazione del capitale investito”, a partire dal 21 luglio 2011,
discende direttamente dal referendum abrogativo, ovvero da un atto
avente forza di legge…”.
Ed ancora al punto 3.8 con il quale chiarisce che “……all’intervento
dell’Autorità (AEEG) sul punto deve dunque essere riconosciuta portata
meramente ricognitiva……..,in quanto l’obbligo imposto ai gestori di
conguagliare verso gli utenti le somme eventualmente percepite
indebitamente, a titolo di remunerazione del capitale investito, sarebbe
non già conseguenza di una innovazione introdotta dall’Autorità nel
metodo tariffario, bensì del suddetto adeguamento automatico delle
clausole contrattuali all’esito del referendum”.
In sintesi appare evidente che l’AEEG, che pure sta costruendo un
sistema tariffario finalizzato a ripristinare il profitto sotto mentite
spoglie, qualifica come somme indebitamente percepite quelle derivanti
dal mancato adeguamento automatico delle tariffe all’esito referendario a
far data dal 21 luglio 2011.
Ed il fatto che la stessa AEEG preveda, con una vergognosa forzatura,
che il nuovo sistema tariffario – non ancora definito - trovi
applicazione retroattiva, ossia dal 1 gennaio 2012, produce unicamente
che, comunque, per il periodo 21 luglio – 31 dicembre 2011, ai cittadini
va restituito quanto, appunto, indebitamente percepito.
Se, come dice e scrive, il sindaco Mangialardi intende rispettare e far
rispettare l’esito del referendum popolare non deve far altro che
iniziare da qui.
Comitato Acqua Bene Comune Senigallia
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