Nel
settembre 2011 la staffetta dell’acqua, circa 2 mesi fa il “bollettino”
aziendale, in queste ultime settimane dei grandi manifesti affissi in tutte le
città della Provincia di Ancona, trasmettono l’idea di una Società, la Multiservizi SpA,
molto impegnata nella promozione di se stessa.
Multiservizi
obietterà che questi manifesti sono finalizzati a stimolare il consumo
consapevole dell’acqua.
Ma
non è così! La parte riguardante il consumo consapevole è decisamente tutta da
decifrare e per alcuni versi illeggibile;
le cose che emergono, che saltano agli occhi, che colpiscono sono altre,
ovvero: Multiservizi, il disegno di un grande cuore seguito dalla frase “prendi a cuore l’acqua, confida in chi la
porta nella tua casa”. Solo nel sottotitolo, a caratteri più piccoli,
troviamo una frase che richiama il principio dell’uso consapevole dell’acqua e
che cita: “Quella che esce dal rubinetto
è un’acqua di qualità e una risorsa preziosa. Usala consapevolmente, è una scelta
di civiltà e rispetto”.
In
sostanza un messaggio auto promozionale.
Ora,
a parte, la banalità e mediocrità del messaggio con il quale Multiservizi
chiede fiducia perché ti porta l’acqua in casa, quasi che fino al 2004 (anno in
cui il Servizio Idrico è stato affidato a Multiservizi) file di donne e uomini,
con otri e taniche, fossero costretti a prendere l’acqua nei posti più
disparati, tutta questa attività auto promozionale fa sorgere spontanea una
domanda.
L’assemblea
dei soci di Multiservizi SpA, ossia i Sindaci dei nostri Comuni, approvano
spese pubblicitarie di questa natura, palesemente inutili e per certi versi
dannose?
Che
siano inutili, che siano soldi sprecati, è evidente, visto che la gestione del servizio
idrico è priva di concorrenza e a carattere monopolistico, che siano spese
anche dannose, per i cittadini, è altrettanto evidente, perché, poche o tante
che siano, vengono ricaricate sulla bolletta.
In
realtà dal vocabolario di Multiservizi SpA, è scomparsa, o meglio non è mai
esistita, la parola trasparenza ed in nome di questa, visto che gestisce un
bene pubblico, dovrebbe dire ai cittadini:
- che d’ora in poi i suoi bilanci saranno pubblici, accessibili a chiunque;
- quanto percepiscono il Presidente, i membri del Consiglio di Amministrazione ed il management;
- che negli ultimi 5 anni (2012 compreso) le bollette sono aumentate di ca. il 50%;
- a che titolo e a quanto ammontano i corrispettivi ai Comuni e al Consorzio Gorgovivo;
- quant’è la quota di remunerazione del capitale, abrogata dal referendum, ma ancora contenuta in bolletta;
- che una parte delle regole del gioco e delle scelte da operare sono dettate dalle Banche alle quali si è ricorso per i finanziamenti;
Molto
probabilmente i cittadini sono più interessati a queste e, molto probabilmente,
ad altre informazioni, piuttosto che ad una campagna pubblicitaria, tanto
sterile quanto ingannevole.
I
comitati territoriali per l'acqua bene comune continueranno a vigilare sui
gestori e a ricordare alle istituzioni che il referendum ha sancito che l'acqua
è un bene di tutti e che la sua gestione deve rimanere pubblica. Per questo
motivo saremo in Piazza a Roma il 2 Giugno per dire che la Repubblica siamo noi
e per ribadire che il popolo italiano con 27 milioni di voti ha detto due volte
si per l'acqua.
Comitato Acqua Bene Comune
Coordinamento Provinciale
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